Caldo torrido? Enoteche pronte a pagare trasporto refrigerato vino dalle cantine

La proposta dei 120 esercizi associati a Vinarius, che chiedono a cantine, consorzi e ristoratori di lavorare ad una soluzione comune, a tutela del prodotto

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Un gruppo di enoteche italiane è disposto a pagare di tasca propria il trasporto refrigerato del vino dalle cantine. Non è una boutade, ma una vera e propria proposta – pur transitoria – quella lanciata da Vinarius, l’Associazione delle Enoteche italiane che rappresenta oltre 120 esercizi il cui fatturato aggregato sfiora i 50 milioni di euro. Il caldo torrido dell’estate 2023 è la goccia (bollente) che ha fatto traboccare il vaso. «
Come associazione – dichiara il presidente di Vinarius, Andrea Terraneo – siamo a disposizione in un’ottica di copertura delle spese di questo servizio». Una mano tesa alle cantine, aspettando che il problema venga preso in considerazione ai vari livelli della filiera.

«Chiediamo ad aziende, Consorzi e altri attori del comparto di unirsi e lavorare ad una soluzione comune, a tutela di un’eccellenza italiana e di tutti i clienti di enoteche e ristoranti che meritano di godere di un prodotto al massimo delle sue qualità». Come è noto, infatti, la prolungata esposizione del vino a temperature superiori ai 28 gradi rischia di compromettere definitivamente la qualità del prodotto. A dir la verità, le consegne di vino nazionale e internazionale avvengono molto raramente mediante un serio controllo della temperatura, dalla presa in carico della merce alla consegna effettiva ai clienti, professionali o amatoriali.

IN GIAPPONE L’ESEMPIO (ULTRA) VIRTUOSO DI RACINES

Esistono tuttavia esempi virtuosi. È il caso di Racines, importatore giapponese di vini naturali che conta molti clienti italiani. La misurazione della temperatura avviene al momento del pick up dell’ordine in cantina e prosegue sino all’arrivo a Tokyo. La merce non deve subire variazioni troppo elevate rispetto ai 14° raccomandati. La società di importazione guidata da Yasuko Goda è in grado di stabilire l’esatta fascia oraria (e dunque la località) dell’eventuale anomalia, prendendo provvedimenti nei confronti dei responsabili. Il tutto dopo aver degustato il vino, per stabilire la presenza, o meno, di difetti dettati dagli sbalzi termici.

Un problema che, secondo l’Associazione Enoteche italiane Vinarius, «rischia, estate dopo estate, di divenire sempre più centrale all’interno della filiera vinicola italiana». «Enotecari, ristoratori e, di rimando, i consumatori – sottolinea Andrea Terraneo – rischiano di non ricevere prodotti al massimo delle loro qualità, proprio a causa dei lunghi spostamenti all’interno di mezzi non a temperatura che andrebbero ad intaccare le caratteristiche del prodotto».

Proponendosi come «voce delle enoteche italiane», Terraneo ritiene che il tema del trasporto refrigerato del vino debba essere «sollevato e sottolineato nella sua importanza». «Trasportare vini attraverso mezzi non predisposti per la refrigerazione, senza mantenere una temperatura ideale che non alteri il prodotto, rischia di diventare un grande disservizio, verso noi enotecari e verso il pubblico. Non basta più tamponare attraverso cantine di ultima generazione, all’interno dell’enoteca: il danno viene già compiuto durante il trasporto».

[credits foto di copertina: sogedim.it]

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